Mar. 9th, 2022

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COWT-12 QUARTASETTIMANA - M1
PROMPT: 20 prompt (20 prompt usati)
NUMERO PAROLE: 3500
RATING: Arancione
Warning: /
NOTE: Post canon Au

 
Non devi preoccuparti di nulla.
Fu il modo in cui Scott pronunciò quella frase durante la loro ultima chiamata che insinuò un dubbio nella sua mente.
“Sta nascondendo qualcosa.” Disse immediatamente Stiles a Derek una volta messo il cellulare in carica sul suo comodino.
“Ha detto che stanno tutti bene.” Provò a rassicurarlo l’altro, già sdraiato nel letto con le coperte tirate fino in vita. 
“È il modo in cui l’ha detto che non mi convince.” Conosceva Scott da più della metà della sua vita, non aveva bisogno di essere un lupo mannaro per fiutare una bugia da parte dell’amico. “Sai come la pensa Scott. A meno che non si tratti di una situazione di vita o di morte non ci chiederà di tornare ad aiutarlo.” 
Stiles e Derek abitavano insieme in pianta stabile a Washington ormai da quasi un anno - praticamente dal momento esatto in cui erano riusciti finalmente a fare chiarezza ed essere onesti, con se stessi e con l’altro, sui loro sentimenti repressi - e lavoravano insieme come partner per la neo taskforce soprannaturale dell’FBI da due.
Il tempo a loro disposizione da poter dedicare a Beacon Hills o ai problemi del branco era davvero esiguo di questi tempi. 
Il lavoro li fa viaggiare molto per il paese, seguendo casi di cui solo qualcuno avvezzo del mondo soprannaturale potrebbe occuparsi e impegnando la loro vita quasi totalmente. 
Se non avessero convenientemente deciso di vivere insieme, probabilmente anche la loro vita privata ne risentirebbe tristemente. 
“Quindi perchè dovremmo preoccuparci?” Domandò il lupo mannaro, raggomitolandosi intorno al corpo più snello del compagno una volta che anch’esso s’unì finalmente a lui nel letto. “Il branco è perfettamente in grado di gestire qualsiasi sia il problema che credi Scott ci stia nascondendo.”
Stiles si rigirò nell’abbraccio, guardando seriamente dritto negli occhi l’altro uomo. 
“Perché il mio istinto ha iniziato a formicolare pericolosamente.” Confessò.
Derek si accigliò preoccupato.
L’istinto di Stiles era paragonabile ai sensi di ragno di Spiderman. 
Non era mai saggio sfidare una delle sue sensazioni ammonitrici. 
Solitamente qualcuno finiva per ferirsi gravemente o quasi lasciarci le penne quando lo faceva. 
“Se prendessimo delle ferie?” Propose, arricciando le dita intorno ai fianchi del partner. “Possiamo tornare a Beacon Hills per fare un check sulla situazione e, se tutto è ok, la consideremo una vacanza.”
“Ma il lavoro-” 
“Sai che Bobby non si opporrà.” Lo interruppe il lupo. “Quante volte ha scherzato solo nell’ultima settimana che dovremmo concederci una ‘luna di miele’ prima di ‘essere troppo vecchi per divertirci adeguatamente’ ?” 
Stiles sbuffò una risata, baciandolo dolcemente sul naso. 
“Sottovaluta decisamente la resistenza dei lupi mannari.” 
Derek sorrise, facendoli rotolare nel letto così da avere Stiles disteso sopra di lui. 
“Sarebbe anche un’ottima occasione per rivedere tuo padre.” Proseguì Derek, aggiungendo un’ulteriore valida motivazione. 
Stiles fece le fusa, sporgendosi verso le sue labbra con un sorrisetto predatorio. 
“Stai cercando di corrompermi?” Accusò. 
“No.” Ribattè il lupo. “Ma sei stato triste ultimamente. Ti manca casa.” 
Nonostante Stiles non avesse minimamente nostalgia dei tragici tempi passati, in cui lui e il resto dei suoi amici avevano rischiato la vita un giorno sì e l’altro pure, Beacon Hills restava la sua casa e il posto in cui risiedeva l’unica famiglia che gli rimaneva. 
Derek aveva odiato l’odore di malinconia che si era aggrappato al profumo di Stiles nelle ultime tre settimane. 
Sapeva che era dovuto al fatto che non erano stati in grado di visitare nessuno o presenziare ad eventi importanti da mesi a causa del loro lavoro.
In particolare il matrimonio dello sceriffo con la madre di Lydia. 
Noah era stato totalmente comprensivo quando avevano dovuto informarlo che non ci sarebbero stati perchè sarebbero dovuti partire d’urgenza per l’Oregon, per sedare una rivolta di gnomi prima che sfociasse in tragedia.
È soltanto una formalità per me e Natalie.
Aveva tranquillizzato lo sceriffo, ricordando loro che non si sarebbero persi nessuna grande cerimonia e che avrebbero potuto rivedersi a Natale. 
Derek sapeva però quanto Stiles ci stesse ancora rimuginando sopra, colpevolizzandosi per aver deluso in qualche modo suo padre. 
“Vada per questo piano.” Concesse Stiles dopo una silenziosa considerazione, tracciando una scia di baci dal collo di Derek alla sua bocca. “Ma stiamo prendendo una stanza in albergo. Non voglio deludere le aspettative di Bobby.” Sussurrò roco, macinando i fianchi in una chiara allusione. 
“Affare.” Accetto il lupo, catturando le sue labbra per un bacio passionale. 
Se glielo avessero mai chiesto, Derek avrebbe ammesso che di tutta la loro movimentata vita sessuale, preferiva i momenti in cui era Stiles ad essere in cima. 
Il lupo mannaro era così abituato a dover mantenere il controllo di tutto nella sua vita, che era rassicurante avere l’uomo di cui aveva imparato a fidarsi nel corso del tempo, il compagno che amava e rispettava, pronto a prendersi cura di lui, dei suoi desideri ed esigenze, mentre lui si permetteva di dimenticarsi di tutto il resto per  lasciarsi trasportare dall’atto in sè.
“Magari dovremmo prendere una di quelle stanze con salotto.” Pensò ad alta voce Stiles, avvolgendo una mano sicura intorno al cazzo pulsante e gocciolante del partner. “E vedere se hanno una poltrona imbottita reclinabile come quel posto nel Montana.” 
Stiles stava facendo riferimento a un particolare episodio che riguardava una strabiliante e comoda poltrona imbottita e della vivace - oltre che incredibile - attività fisica avuta qualche mese prima. 
Derek ringhiò al ricordo.
Il rumore di stoffa strappata attirò l’attenzione di Stiles. 
“Derek! È la quarta maglietta in un mese!” Si lamentò, osservando sconsolato i buchi di artigli nella sua maglietta del pigiama. 
“Scusa.”
Stiles sospirò, sfilandosi la maglietta danneggiata dalla testa. 
“Sei fortunato che ti amo.” Brontolò, chinandosi per prendere il membro di Derek in bocca per succhiarlo magistralmente.
Derek era davvero un uomo fortunato. 
 
***
Stiles sapeva che il suo istinto non mentiva mai.
In ventisei anni di vita non l’aveva mai deluso e così fu anche questa volta. 
“Fatemi capire bene.” Sospirò stancamente, osservando il volto di ogni singolo membro del branco riunito nel salotto di casa Stilinski.
“Un folletto impazzito sta terrorizzando senza tregua la città con i suoi ‘dispetti’ da più di un mese. Dispetti che si stanno facendo sempre più pericolosi mentre cercate un modo per catturarlo o convincerlo ad andarsene e voi non avevate intenzione di dircelo?!” 
Derek gli posò comprensivo una mano sulla spalla.
“In sintesi, sì.” Ammise Scott colpevolmente. “Pensavamo di potercene occupare.” Confessò abbattuto l’alpha, strappando un foglio dal rotolo di carta assorbente che stava reggendo sotto il braccio, soffiandosi il naso. 
“Scott, qualsiasi strano incantesimo ti abbia lanciato ti sta togliendo le forze e facendo produrre muco in quantità disumane. E scusa la schiettezza amico, ma sembri una merda.” Iniziò ad elencare Stiles, usando le dita per annotare tutte le stravaganze di cui era stato messo al corrente nell’ultima ora da quando lui e Derek erano arrivati. “Malia non può mettere scarpe perchè ogni volta che ci prova i lacci finiscono per intrecciarsi e farla inciampare.” 
La coyote mannara scrollò le spalle. 
“Per questo indosso dei sandali.” Mostrò, alzando un piede per informarlo che il suo non era questo gran problema. 
“Liam deve andare in giro con un casco in testa perché rischia di essere colpito da zoccoli di legno che appaiono dal nulla.” Continuò l’altro ignorandola.
Il giovane beta in questione era seduto sul divano indossando un casco integrale come protezione. 
“Ho iniziando a finire le scuse da dare alle persone sul perché mi riprendo così in fretta da dei possibili traumi cranici e non ho bisogno di un’ambulanza.” Si scusò il lupo afflosciando le spalle.
Scott strinse la nuca del beta con una mano per confortarlo. 
“Isaac è costretto a un costante stato di arsura nonostante quanta acqua fresca possa cercare di ingerire.” Proseguì Stiles, lanciando uno sguardo preoccupato verso il lupo esausto mezzo stravaccato sul bracciolo.
Isaac gemette piano in segno di riconoscimento al proprio problema.  
Il ragazzo era tornato dalla Francia per fare ufficialmente parte del branco di Scott da tre mesi.
I due lupi si stavano ronzando l’uno intorno all’altro da allora e c’erano scommesse in atto tra i membri del branco su chi sarebbe stato quello dei due che avrebbe posto finalmente fine alla tensione sessuale tra loro. 
“E Jackson è stato trasformato in un iguana.” Fece notare con voce secca Isaac, indicando l’animale sdraiato sulle gambe di Aiden.
“Aspetta, quello è Jackson?!” Esclamò allibito Stiles, fissando l’animale squamoso che lui avrebbe giurato lo stesse guardando accigliato da quando era iniziato l’incontro.
“Pensavi che Aiden volesse farti conoscere il suo nuovo animale domestico?” Derise Lydia alzando gli occhi al cielo, accarezzando la testolina rugosa dell’animale per calmarlo quando iniziò a sibilare palesemente spazientito. 
“Oh mio dio. Dov’è il mio telefono?” Chiese concitato Stiles, frugando nelle tasche del giacchetto e dei pantaloni. “Devo immortalare questo momento per i posteri.” 
“Prendi il mio, fa foto migliori.” Propose Derek, porgendogli il proprio. 
Jackson sibilò minacciosamente.
“Non mettertici anche tu.” Rimproverò Lydia assestandogli una gomitata nel fianco. 
“Argh! Mi ha morso!” Sbraitò Stiles, succhiando la ferita lasciata dai denti di Jackson sulla propria mano. 
Un piccolo prezzo da pagare però per la foto che ora era al sicuro nella galleria del cellulare di Derek. 
“Possiamo tornare a concentrarci sul folletto?” Richiamò all’ordine Scott prima che la situazione degenerasse.
“Siete almeno riusciti a capire perchè il folletto sembra così arrabbiato?” Interrogò saggiamente Derek.
“Pensiamo sia colpa di Peter.” Rispose Malia. 
“Perchè questo non mi sorprende minimamente?” Ironizzò Stiles. “A proposito, dove diavolo è quel creeper ora?”
“Nessuno lo ha visto da quando il folletto ha iniziato a lanciare malefici in giro.” Comunicò Aiden.
Stiles sbuffò ben poco sorpreso dall’informazione. 
Era tipico di Peter darsela a gambe quando insorgeva un problema. 
Liam rimbalzò sul divano con un rumore metallico, venendo colpito da uno zoccolo e scocco come se fosse una campana. 
“Quindi, qual è il piano?” Sollecitò con un ringhio frustrato il beta. 
 
 ***
Il piano consisteva nel costringere il folletto a sciogliere le maledizioni ovviamente. 
Per farlo, innanzitutto avrebbero dovuto catturarlo e renderlo inoffensivo, strappandogli il cristallo di rocca che portava sempre appeso al collo.
Almeno secondo ciò che Deaton aveva riferito loro, poichè nessun folletto - per quanto essi fossero esseri magici - era sufficientemente potente da maledire con il suo solo potere così tante persone contemporanemante. 
L’ipotesi a cui erano giunti Lydia e Stiles dopo un intenso brainstorming, era che il folletto fosse in possesso di qualche oggetto fatato che utilizzava come riserva di potere magico per i suoi incantesimi. 
Quando Liam aveve fatto notare che la creatura sembra decisamente protettiva nei confronti del luccicante cristallo legato al gozzo, Derek aveva supposto che fosse quello l’oggetto che racchiudeva l’essenza della sua spropositata magia.
Convenuto quale fosse l’obbiettivo, si erano messi immediatamente in azione per rintracciare il dispettoso e fastidioso esserino. 
L’intero branco era in giro per la Riserva quella notte, cercando di scovare l’odore del folletto mentre nel cielo sopra di loro splendeva una pallida luna piena.
Ogni piccolo anfratto, nascondiglio o tana fu attentamente controllato. 
Batterono ogni singolo ettaro del bosco finchè non raggiunsero il lago. 
Piccole orme di piedi scalzi facevano capolino sulla sabbia del bagnasciuga del grande specchio d’acqua.
Derek si chinò su un ginocchio per esaminarle. 
“Sono ancora fresche. Deve essere passato di qui da poco.” 
“Eccolo!” Gridò Liam, indicando al resto del gruppo la creatura nascosta tra gli alberi. 
Il folletto si mosse agile, sfuggendo scaltramente ai tentativi di cattura dei lupi con risate beffarde, prendendosi apertamente gioco di loro. 
Ma il gruppo non stava semplicemente colpendo alla cieca come presumibilmente stava supponendo la loro ingenua preda. 
“Stiles!” Abbaiò Derek, dando il segnale al compagno per fare la sua mossa ora che Lydia era riuscita a stordire il folletto grazie alle sue grida. 
Il giovane balzò fuori dal suo nascondiglio, pronto a lanciare il barattolo di cenere di montagna per intrappolare la creatura magica ma fu disgraziatamente ostacolato nella mossa da una palla di fango lanciatagli direttamente in pieno viso, facendogli perdere l’equilibrio.
La distrazione della sua caduta fu sufficiente al folletto per permettergli di colpire il resto del gruppo con un incantesimo respingente e darsi alla fuga. 
“Merda!” Imprecò Stiles, accettando la mano tesa di Derek quando cercò di rialzarsi.
“Tutto ok?” Chiese il lupo, squadrando preoccupato il corpo del partner in cerca di ferite. 
“Sto bene. Sono ferito solo nell’orgoglio per essere stato messo fuori gioco da uno scherzo da folletto.”
Derek sorrise affettuosamente, pulendogli la terra umida dalla guancia. 
Sconfitto, il gruppo decise unanimemente di tornare a casa per la notte.
 
***
 
Il cellulare di Scott iniziò a vibrare nella tasca del suo camice da lavoro.
Il lupo mannaro lo ignorò, prestando la massima attenzione alla ferita che stava ricucendo nel piccolo ventre del gatto che stava operando. 
Posto l’ultimo punto, il lupo mannaro afferrò frettolosamente il telefono, affidando l’animale alle cure di Deaton.
“Finalmente!” Gli strillò Stiles in una delle orecchie sensibili. 
“Stiles, che succede?” Riuscì a domandare l’alpha prima di doversi piegare in due per un violento starnuto. 
Il veterinario sorrise comprensivo, porgendo al lupo l’ormai immancabile rotolone assorbente che lo accompagnava da giorni. 
“Lo voglio morto, Scott.” Dichiarò tagliente il giovane al telefono. 
“Chi?”
“Quel dannato folletto!”
Il lupo mannaro tirò miseramente su col naso. 
“Cos’ha fatto ora?” 
“Ha trasformato Roscoe in un fottuto brucomela!”
Scott sapeva che non avrebbe dovuto ridere della rivelazione appena fatta dal suo migliore amico, ma l’immagine della jeep azzurra tramutata nell’iconica giostra era davvero troppo ridicola per riuscire a trattenersi. 
“COME OSI RIDERE DELLA MIA BAMBINA!”
“Scusa amico, ma è anche più divertente di Jackson che viene trasformato in iguana.” 
“Lo dici solo perché non devi subire la sua reazione in prima persona.” Sentì borbottare Derek sotto la sfuriata di imprecazioni e bestemmie di Stiles. 
Un paio di voci d’assenso si unirono al coro.
Il branco stava continuando senza sosta nei suoi tentativi di cattura da tre giorni, alternandosi in piccoli team d’assalto per districarsi tra impegni lavorativi e sociali. 
Ma non erano ancora riusciti nel loro intento nonostante gli sforzi. 
Il folletto e il suo drappello inquantificabile di simili rimanevano latitanti e pronti a scatenare scompiglio. 
“La jeep è l’unica vittima?” 
“No. Anche Derek è stato colpito da un incantesimo.” Rivelò Stiles sbuffando una risata, dimentico per un secondo della sua rabbia. 
“Perché ne sembri divertito?”
“Aspetta, te lo mostro.” 
L’alpha osservò per un lungo istante di silenzio la foto che Stiles gli inviò. 
I capelli del lupo mannaro erano lunghi e riccioluti, una frezza bianca spiccava tra le ciocche corvine.
Il suo viso era ricoperto di uno spesso strato di trucco, le folte sopracciglia ora definite in un arco curato e sembrava star indossando una specie di abito di paillettes. 
“Assomiglia a Michelle Visage.” Commentò. 
“È quello che ho detto anche io!” 
Derek strappò di mano il cellulare al suo ragazzo per chiudere la telefonata. 
 
***
Stiles stava facendo estremamente fatica ad ignorare le urla provenienti dal piano di sotto. 
“Toglilo! Toglimelo di dosso!” 
“Sta fermo!” Ordinò Isaac, cercando di togliere il gatto infilatosi nelle brache di Aiden. 
Il lupo mannaro era stato maledetto cinque ore prima e qualsiasi animale nelle sue dirette vicinanze sembrava improvvisamente particolarmente voglioso di infilarsi nei suoi pantaloni.
Tranne Jackson, sul quale l’incantesisimo non aveva avuto effetto seppur al momento lui fosse un vero rettile e facesse parte della fauna locale a tutti gli effetti. 
“Ascoltami bene amico. Non ho idea di cosa Peter Hale abbia fatto per far infuriare te o la tua gente.” Iniziò ad imbastire il suo discorso Stiles, fissando severamente il capo dei folletti e gli altri tre suoi compari legati alla sedia e circondati da un cerchio di polvere di frassino. ”Ma devi smetterla immediatamente.”
“Te lo stiamo chiedendo gentilmente. Non vogliamo essere vostri nemici né siamo contrari a farvi rimanere nella foresta se il tuo popolo acconsentirà a una convivenza pacifica.” Spiegò Scott diplomatico. 
“Folletti voleva solo proteggere loro stessi.” Ribattè per nulla intimidito uno del gruppo.
“Altro lupo ha provato ad uccidere noi!” Accusò un altro. 
Derek si accigliò, notando lo sfarfallio di una bugia nel battito cardiaco dell’esserino.
“Immagino voi non abbiate fatto nulla per provocarlo o dargli modo di pensare che foste pericolosi.” Insinuò il lupo.
Il piccolo gruppetto di bestioline iniziò a confabulare nel loro idioma tra loro, chiaramente discutendo se essere sinceri con i loro carcerieri. 
"Bymo ha lanciato palla di fuoco di benvenuto.” Confessò un primo qualche istante dopo, piegando la testa verso il loro capo per indicarlo. “Grossa palla grazie al suo nuovo cristallo magico.”
“È tradizione!” Spiegò un altro. 
“Lupo non sembrato felice di nostra accoglienza.” Proseguì il terzo. 
“Perché dovremmo fidarci di voi?” Chiese Bymo, l’unico che sembrava in grado di parlare la lingua umana fluentemente. “L’altro lupo non ci ha dato modo di spiegare le nostre usanze.”
“Perché non abbiamo cattive intenzioni.” Promise Scott. “Peter non ama il fuoco. Ha avuto brutte esperienze con esso e deve aver reagito male di conseguenza, pensando che voleste attaccarlo.”
“Noi no!” Protestò il trio, seguito dal cenno d’assenso concorde del loro capo. 
“Ora sappiamo le vostre vere intenzioni e capiamo perchè avete continuato ad attaccarci ogni volta che abbiamo tentato di avvicinare il vostro capo.” Rassicurò l’alpha. “Se siete d’accordo, vorremo mettere da parte l’accaduto per stringere un’alleanza pacifica tra il mio branco e il vostro.” 
“Potremo continuare a fare scherzi?” Chiese Bymo.
“Soltanto scherzi non nocivi.” Concesse Scott. 
“Ci aspettiamo inoltre che ogni incantesimo lanciato in precedenza venga annullato e tutto torni alla normalità.” Incalzò Stiles perentorio.
“E il cristallo verrà requisito. È un oggetto troppo potente per essere lasciato nelle mani di chi non sa usarlo correttamente.” Pose come condizione l’alpha. 
“Accetto le tue condizioni, alpha Mccall. Io e la mia gente non causeremo altri problemi, limitandoci ad utilizzare la nostra sola magia per i nostri scherzi. Lo guriamo sulla Grande Dea.” Assicurò Bymo. 
Soddisfatto, Stiles ruppè la barriera per lasciare che i lupi si avvicinassero ai prigionieri per liberarli dalle corde che li legavano. 
Tutto tornò alla normalità nel giro di qualche ora e il branco potè finalmente tirare un meritato respiro di sollievo. 
Si stavano tutti divertendo al barbecue di festeggiamento due giorni dopo, la sera prima che Stiles e Derek ripartissero per Washington, quando Noah ricevette una chiamata dalla centrale che lo metteva al corrente di un insolito problema di natura misteriosa. 
“Stiles, ho appena sentito Parrish al telefono.” Informò lo sceriffo. “Sai nulla sul come ogni documento, libro, rivista o giornale presente alla stazione di polizia, possa essere stato trasformato magicamente in pornografia?” 
Stiles per poco non finì per strozzarsi con la sua birra. 
 
***
 
"Allora, com'è andata la luna di miele?" Chiese ammiccante Bobby, vedendo Stiles e Derek entrare in ufficio di ritorno dalla loro vacanza. 
Stiles si accasciò sulla sedia della sua scrivania con un gemito stanco. 
"Credo di aver bisogno di una vacanza per riprendermi dalla vacanza." Commentó, scatenando le risate dei colleghi. 
Angelie si offrì di portargli una tazza di caffè e Stiles la ringraziò, giurando mentalmente che avrebbe eretto una statuya alla ragazza di fronte all’edificio un giorno, perché era un angelo di nome e di fatto.
Derek lanciò uno sguardo complice al suo supervisore. 
L’uomo più anziano sorrise, alzando un pollicione grassoccio di incoraggiamento. 
“Forse Bobby potrebbe concederci un’altra vacanza fra qualche mese. Magari questa volta per una vera luna di miele.” 
Il lupo mannaro si inginocchiò, aprendo di fronte agli occhi comicamente spalancati di Stiles una scatolina in velluto nero.
"Vuoi sposarmi?" 
Stiles, invece di rispondere il proprio assenso, gli saltò al collo per baciarlo stupidamente senza pudore. 
 
***
 
Si sposarono in un’assolata giornata di primavera, celebrando l’unione con un rito misto che comprendeva pratiche antiche e nuove in onore di entrambi i loro retaggi. 
Derek non riusciva a smettere di fissare lo sciocco sorriso stampato sul viso di Stiles, giocherellando con la fredda fede d’oro al dito, mentre suo marito gironzolava tra gli ospiti per mostrare a tutti il piccolo tatuaggio del triskelion che si era fatto fare sul polso, fiero di sfoggiare il simbolo della famiglia Hale in onore ai parenti defunti dell’uomo che aveva da poco giurato di amare per il resto dei suoi giorni.
Al matrimonio, fece la sua apparizione anche la vera Michelle Visage. 
Derek fissò rosso in viso suo marito, seduto al suo fianco al tavolo del ricevimento. 
"L'hai invitata tu?" 
"No!" Negó veementemente Stiles. 
La donna si avvicinò ai novelli sposi per porgere a entrambi le sue più sentite congratulazioni. 
"Alcuni piccoli amici mi hanno riferito che sarebbe stata gradita la mia presenza alla festa." Rispose Michelle facendo l'occhiolino, quando Stiles e Derek le domandarono gentilmente chi l'avesse informata della cerimonia. 
Tra tutti gli scherzi escogitati dai folletti, quello fu di sicuro il meno pericoloso e il più gradito. 
 

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