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COWT-12 SESTA SETTIMANA - M5

PROMPT: Neve

NUMERO PAROLE: 535

VALUTAZIONE: Verde

AVVERTIMENTI: /

NOTA: Post canon


Il principe avanza verso il bordo della scogliera, la fredda neve sciogliendosi sotto i suoi piedi ad ogni passo, l'infernale calore della sua anima combattendo il gelo che prova a ghermirlo nel suo rigido abbraccio.

Il sole splende alto nel cielo sereno privo di nuvole, rischiarando il panorama con i suoi tenui generosi raggi. 

Il ragazzo prova a catturare un candito fiocco con la mano, ma questo evapora ancor prima di posarglisi sul palmo.

Sospira amareggiato. 

È un po' triste che, quando riesce a sfuggire ai suoi obblighi nell'Oltretomba, non possa godere appieno delle meraviglie di quel soffice e affascinante manto bianco che ricopre il mondo di superficie. 

Soprattutto ora che esso è tornato ad essere un normale evento atmosferico dato dal susseguirsi delle stagioni e non la conseguenza dell'esiziale ira della dea Demetra.

A volte invidia i mortali e le loro brevi esistenze, nonostante tra gli dei lui sia quello che può capirli meglio, avendo saggiato la morte sulla propria pelle. 

Le esperienze hanno un peso diverso quando hai la consapevolezza che ogni istante potrebbe essere l’ultimo.

Essi non sanno quanto sono fortunati in quella che reputano una sfortuna. 

L’immortalità è sia un dono che un fardello. 

Il principe chiude gli occhi, tirando un profondo respiro. 

L'odore di biancospino misto a quello di salsedine gli fa prudere le narici e arricciare divertito le labbra. 

Un uccellino cinguetta allegro da un albero mentre un coniglio saltella fuori dalla sua tana per andare in cerca di cibo. 

La Primavera, stagione tanto cara a sua madre, è ormai alle porte. 

La natura si sta risvegliando, Zagreus può sentirne il suo ancestrale potere vibrare attraverso il suo corpo. 

Ben presto la quiete che avvolge l'altura verrà sostituita dal vivace brulicare di vita. 

Il principe riapre gli occhi, voltandosi per tornare indietro verso i cancelli della dimora di suo padre Ade. 

Il suo tempo è comunque agli sgoccioli, inutile attardarsi oltre e attendere l'inevitabile richiamo dello Stige.

Si risparmia volentieri il supplizio di quel trapasso al giorno d'oggi, se può evitarlo. 

C'era stato un tempo in cui anche solo il pensiero di non riuscire a scappare dal regno degli Inferi - o dovervi fare ritorno - lo aveva terrorizzato.

L’Oltretomba era sembrata più una prigione che una casa.

Troppe bugie erano state raccontate e troppe domande erano rimaste senza alcuna risposta.

Si era sentito abbandonato nella propria sofferenza e ignoranza. 

I legami che lo tenevano ancorato a quel lugubre luogo erano stati effimeri - esclusi rari casi - e la ribellione era sembrata una scelta non solo facile, quanto più obbligata. 

Neppure gli stupendi Campi Elisi in cui riposano le anime dei più valorosi eroi e le anime pure, erano riusciti a farlo desistere nel suo intento.

Ora invece, anni dopo la riappacificazione tra Olimpo e Oltretomba, con i suoi genitori riuniti a governare le anime dei defunti e il proprio destino finalmente chiaro ai suoi occhi, Zagreus non teme più il momento in cui dovrà nuovamente varcare le porte del tempio dello Stige per ridiscendere negli Inferi. 

Non sarà mai più solo. 

A casa ha una lunga lista di persone ad attendere trepidante il suo ritorno. 

Infine ha trovato il suo posto, come uomo e dio.


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COWT-11 SECONDA SETTIMANA - M3

PROMPT: Sereno / Neve

NUMERO PAROLE: 1185

VALUTAZIONE: Arancione

ATTENZIONE: spoiler

NOTA: /


Zagreus arranca sulla neve, costringendosi a mettere un piede di fronte all'altro con ostinazione. 

"Ci sei quasi." Sussurra dolcemente Thanatos, svolazzando di fianco a lui senza toccarlo, una mera presenza confortante alla quale aggrapparsi per cercare di ignorare la stanchezza che grava sul suo corpo ferito. 

Non dovrebbe essere lì - il dio della morte doveva avere sicuramente di meglio da fare che incoraggiarlo nell'impresa - ma Zagreus gliene è estremamente grato.

Le fiamme che il progetto adornano i polpacci muscolosi del principe sono spente ei suoi piedi sono ridotti a tizzoni ardenti. Sangue vermiglio cola dalle sue numerose ferite, imbrattando il candido suolo del regno mortale. Le sue vesti sono ridotte a brandelli, svolazzando pigramente nella brezza.

Il principe degli Inferi si guarda intorno tristemente, distogliendo lo sguardo dal paesaggio ancora stretto nel pungente abbraccio dell'austera Demetra. Sperava un giorno di poter assistere alla fine di quel perenne inverno. 

Brividi scuotono il suo corpo martoriato, facendo tintinnare Stygius appesa fedelmente sul suo fianco. Può sentire la vita scorrere inesorabilmente via dal suo corpo come linfa che lascia il tronco inciso di un albero. Lo sente nelle ossa. È scritto nel suo sangue. Ben presto lo Stige lo avrebbe reclamato a sé, riconducendolo alla dimora di suo padre. 

Ma non avrebbe permesso che accadesse prima di essere riuscito nella propria impresa. 

Quando raggiunge la vetta innevata della scogliera, resta senza fiato, meravigliato come al solito dalla bellezza della distesa d'acqua di fronte a lui. Il mare si stende a perdita d'occhio oltre l'orizzonte, illuminato in quella serena gelida mattina dalla tenue luce del sole sorgente.  

"Sei soddisfatto adesso?" Domanda scontrosamente Thanatos.

A Zagreus è rimasta solo la forza per annuire. 

Non aveva motivo per essere di nuovo lì. 

Sua madre Persefone aveva chiarito i suoi dissapori con Hades ei loro genitori governavano nuovamente sull'Oltretomba insieme e, anche se doveva ancora fingere di voler fuggire dall'Ade per ingannare l'Olimpo, in attesa che sua madre sviluppasse un piano che permettesse a Zeus e suo padre di appianare il loro conflitto, non era tenuto a spingersi nel regno mortale. Anzi, forse gli era sconsigliato. I poteri di Nyx non lo nascosto per sempre agli occhi degli dei dell'Olimpo. La sua fortuna si sarebbe esaurita un giorno. Tutto ciò che veniva richiesto era raggiungere i cancelli dell'Oltretomba e sfidare suo padre, prendendo tempo. 

Allora perchè era lì?

Perchè lo fai? Aveva chiesto Thanatos una volta, quando erano stati distesi nel grande letto della stanza del principe.

Zagreus stava tracciando le dita sull'ampia schiena dell'amante, disegnando intricati motivi immaginari. 

Perchè devo, Than. Gli aveva ricordato Zagreus tranquillamente, non recependo il vero senso della domanda.

Quello che devi fare è solo fingere di fuggire. Non morire per curiosare in giro. Gli aveva fatto notare severamente la divinità ctonia.

Thanatos non aveva tutti i torti. Anche se il principe degli inferi tecnicamente non poteva davvero morire in via definitiva, ogni volta che veniva rispedito indietro nell'Ade soffriva di immensi dolori durante l'atto, in un ciclo inesorabile imposto dalle beffarde Moire. 

Il principe lo aveva guardato in silenzio per un lungo momento, studiando il suo viso. 

Than non sembrava felice di vederlo testare i propri limiti ogni giorno delle loro immortali esistenze solo perchè lui aveva voglia di scorrazzare un po 'in giro, aveva notato. 

Zagreus gli aveva infine sorriso, posandogli un casto bacio sulle labbra scure nel tentativo di scacciare il suo improvviso malumore.

Ma ne vale la pena. Aveva risposto semplicemente, chiudendo il discorso.

La verità era che Zagreus lo faceva soltanto per suo puro e personale piacere, per riempirsi gli occhi fugacemente delle meraviglie che gli erano state negate dal fato.

Thanatos non avrebbe potuto capire nemmeno se avesse provato a spiegarglielo. 

"Non capisco cosa ci trovi di così eccezionale." Sospira l'incarnazione della morte, aggrottando la fronte verso la palla infuocata che stava lentamente scalando il cielo. 

Quando si volta verso il compagno, il principe degli Inferi gli sta sorridendo con affetto. La sua pelle sembra ricoperta d'oro fuso, rilucendo del bagliore dorato dei raggi dell'astro celeste. Si erge in tutta la sua divina gloria ferita, senza nascondere la propria stanchezza agli occhi dell'amante, esponendosi al suo sguardo, vulnerabile ora che la sua fiamma sta quasi per spegnersi. Thanatos sente l'irrefrenabile impulso di toccarlo, stringerlo tra le proprie braccia per condurlo egli stesso nuovo nell'Ade, ma deve costringersi a trattenersi, rimproverandosi di mantenere la propria compostezza. Non è il suo compito, sarà lo Stige stesso a reclamare Zagreus questa volta.

È solo quando il sole è alto nel limpido cielo azzurro, che Zagreus si arrende e decide di lasciarsi vincere.

"Resta con me." Sospira implorante, accasciandosi a terra quasi esanime.

"Sempre." Promette Thanatos solennemente. 

Zagreus sorride con sollievo, allungando una mano per accarezzargli una guancia. 

"Ci vediamo a casa." Sussurra amorevolmente, prima di essere divorato dalla sanguinosa corrente del fiume. 

Quando Zagreus riemerge dal sangue delle vasche infernali, Hypnos è lì per salutarlo. 

"Bentornato!" Sbadiglia l'incarnazione del sonno, stiracchiandosi sul divanetto che il principe aveva ordinato per lui dall'Appaltatore, spendendo le ultime gemme rimastogli. "Un certo qualcuno mi ha detto di dirti di affrettarti a raggiungerlo nelle tue stanze." 

Zagreus sorride maliziosamente, correndo entusiasta per i corridoi della dimora infernale fino alle proprie stanze. 

Dusa si aggira fuori dalla porta, canticchiando mentre spolvera qua e là per mantenere dignitosamente pulita la dimora.

"Oh vostra altezza!" Esclama la gorgone, riconoscendolo. 

“Ciao Dusa! Sembri in ottima forma oggi. " Canticchia lui, facendole uno scherzoso occhiolino. 

"Effettivamente mi sento in gran forma quest'oggi!" Ammette lei, sibilando felicemente. 

Il principe ride, lasciandola libera di tornare alle sue mansioni. 

Non fa in tempo a varcare la soglia delle stanze che viene bloccato da Thanatos contro una colonna, la lingua del dio ctonio che scivola oltre le sue labbra per esplorare la sua bocca in un bacio avido e possessivo. 

"Ti sono mancato?" Ghigna sfacciatamente Zagreus, crea vagare le mani sotto la tunica scura del compagno. 

"Devo tornare presto al lavoro." Cerca inutilmente di protestare Thanatos. 

Aveva già rubato abbastanza tempo ai suoi doveri per quest'oggi. 

"Allora dovremmo sbrigarci ad essere nudi quanto prima, che dici?" Incita l'irriverente principe, sganciandogli la cintura mentre sparge baci a bocca aperta sul suo collo, inarcando i fianchi contro di lui per rendere chiare le proprie intenzioni.

Thanatos dovrebbe rifiutare, ma non riesce a resistergli. Cede sotto le sue febbrili mani, lasciandosi condurre al letto. Zagreus lo guarda con desiderio e passione mentre gli allarga le cosce, spingendosi contro di lui. Lui ricambia con amorevole riverenza, incontrandolo nelle sue spinte. Lo stringe a sé, bisognoso di sentirlo vicino, attratto dal calore vitale del corpo premuto su di lui come una falena viene attratta da una fiamma, ma lui non deve temere di restarne bruciato. 

Più tardi, quello stesso giorno o domani o il giorno dopo ancora a venire, Zagreus avrebbe tentato nuovamente la fuga per spingersi a due passi dall'inferno. Thanatos non poteva impedirlo. 

L'unica cosa che poteva fare era attenderlo a casa, dove era sicuro che presto sarebbe tornato. 


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