Point of no return
Feb. 26th, 2022 12:45 amDerek si era più volte chiesto quale sarebbe stato il 'punto di non ritorno' nella sua vita.
Quel punto dal quale le persone non riescono più a riprendersi.
Il cosiddetto capolinea, l'episodio traumatico dal quale non avresti avuto le forze di rialzarti.
Una volta anni fa, quando era stato poco più che un ragazzino sfrontato che amava il basket e sentirsi popolare a scuola, aveva pensato che il punto di non ritorno nella sua esistenza sarebbe stato porre fine alla vita di Paige.
Dopotutto uccidere la ragazza che ami - Derek non ha ancora perdonato Peter per aver condotto Ennis da lei e non crede lo farà mai… ma ci sono molte cose che non riesce a perdonare a suo zio - dovrebbe essere un episodio abbastanza drammatico per chiunque.
Invece no, era riuscito ad andare avanti grazie al supporto della sua famiglia.
Era stato fortunato ad avere così tante persone che tenessero a cuore il suo bene da stargli vicino nel momento di massimo bisogno.
Anche se qualcosa dentro di lui aveva iniziato ad incrinarsi irrimediabilmente.
Poco più tardi all'inizio della sua adolescenza, Kate era entrata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno, conquistandolo in un battito di ciglia con il suo avvenente corpo e la sua furbizia.
Era stato facile per la donna insinuarsi nelle crepe del cuore di Derek che sembravano essere invisibili al resto del suo branco.
O poco rilevanti, perché lo consideravano abbastanza forte - o intelligente - da non fidarsi così apertamente di un esterno.
Derek avrebbe voluto incolpare i proprio ormoni impazziti da sedicenne per aver creduto così ciecamente che una donna come Kate, bella, matura e intelligente, potesse amarlo.
L'astuta cacciatrice che dava alle fiamme la sua casa e uccideva quasi la sua intera famiglia, doveva essere il punto di non ritorno di Derek.
Come avrebbe potuto rialzarsi dopo quello, sapendo di esserne stato la causa?
Ma c'era stata ancora Laura.
Laura che, Derek lo sospettava, aveva sempre saputo il motivo dietro la morte dei loro cari - o ci era arrivata a un certo punto, grazie agli incubi di Derek e a quello che si lasciava sfuggire nel sonno - ma non lo aveva mai giudicato e anzi, aveva fatto di tutto per trascinarlo fuori dall'abisso in cui stava irrimediabilmente precipitando.
In qualche modo Derek era sopravvissuto anche a quello e stava riuscendo ad avere una vita semifunzionale a New York.
Non propriamente felice, ma funzionale.
Finché Laura non aveva deciso di tornare a Beacon Hills e lasciarlo solo.
Non che Laura avesse attivamente deciso di farsi ammazzare - grazie Peter anche per questo - ma nelle giornate cattive Derek la incolpava per essere stata così avventata.
Quello nemmeno era stato il punto di non ritorno per Derek.
Il suo intero mondo era ormai in pezzi, ma lui era stato troppo furioso e assetato di vendetta perché potesse lasciarsi sopraffarre dal dolore.
Con la rabbia come guida - e con l'aiuto di un gruppo di adolescenti caparbi - aveva ucciso Peter - che poi era resuscitato, sfortunatamente - e formato un nuovo branco.
Non avrebbero mai potuto sostituire ciò che aveva perso, ma almeno non sarebbe più stato solo.
Una magra consolazione, ma un nuovo inizio.
Le cose sarebbero andate bene da quel momento in poi, aveva sperato o meglio, desiderato con ogni fibra del suo animo martoriato.
E invece no, l'universo aveva deciso di farsi una grassa risata beffarda a spese di quel barlume di speranza che gli si era acceso segretamente nel petto.
Kanima, un branco di alfa e un maledetto Darach si erano aggiunti all'equazione disastrosa della vita di Derek.
Ma Derek era ancora vivo e in qualche modo funzionava ancora.
Allora quale sarebbe stato il punto di non ritorno per lui?
Il lupo mannaro era terrorizzato al solo pensarci.
Forse semplicemente non ci sarebbe mai stato.
O forse lo aveva già attraversato ed era per quello che faceva fatica a riconoscere se stesso la maggior parte dei giorni.
Aveva perso le persone più care della sua vita e per sua colpa oltretutto.
Aveva fallito come alpha e si era macchiato le mani del sangue di uno dei suoi beta.
Aveva un ricco curriculum di persone di cui si era fidato che lo avevano poi pugnalato alle spalle.
Forse il punto di non ritorno non era un capolinea definitivo ma bensì una fermata transitoria, che segnava una trasformazione irreversibile dell'io di una persona.
Forse la vita non era altro che una linea che univa diversi punti di non ritorno nel tempo.
Derek non ne aveva idea, ma di una cosa era certo.
Ritrovarsi con le mani sporche del sangue dell’ennesima persona che aveva amato poteva trasformarsi nel punto di non ritorno decisivo.
"Derek." Chiamò quella che sembrava la voce di Scott.
Derek non era sicuro fosse lui, la sua mente era confusa e il suo corpo doleva come se fosse stato investito da un camion.
"Derek, mollalo."
Ordinò l'alpha.
C'era una nota di acuto panico sottostante nella sua voce che raramente Derek aveva udito nell'arco della loro conoscenza.
"Derek, lascialo andare."
Fece eco una voce femminile perentoria da qualche parte intorno a lui.
Lydia forse?
Sicuramente non erano della banshee i ringhi minacciosi che gli stavano facendo rizzare i peli sulla nuca.
"Derek, lo giuro, se Stiles muore…"
Minacciò Malia tra le zanne.
Il lupo mannaro sbatte le palpebre ripetutamente, cercando di focalizzarsi su qualsiasi cosa stesse stringendo tra gli artigli.
Ricordava di star combattendo insieme al branco contro il gruppo di streghe che avevano tentato di rintracciare da settimane.
La piccola congrega era apparsa a Beacon Hills un mese prima.
Il loro capo, una donna di nome Emily, si era presentata al branco seguendo l'etichetta, chiedendo il permesso ufficiale dell'alpha residente per poter restare e insediarsi in città.
Scott glielo aveva tranquillamente concesso.
Perchè quando mai qualcuno aveva finto di essere cortese e bendisposto con loro per poi tradirli appena avessero voltato le spalle?
A Derek non era piaciuta Emily sin da principio.
Gli ricordava troppo Jennifer per fidarsi e il suo lupo aveva avuto una brutta sensazione a pelle quando erano andati ad incontrare lei e il resto delle fattucchiere nella Riserva.
Stiles aveva supportato questo suo presentimento con la sua immancabile diffidenza, avvalorando il suo punto di vista con fervore, ma Scott era rimasto fermo nella propria decisione.
“Tutti meritano una possibilità.” Aveva assunto il giovane alpha, sempre così ingenuamente fiducioso nel prossimo.
Ovviamente i problemi non avevano tardato ad arrivare.
Emily e le sue compagne avevano utilizzato un meschino stratagemma per incantare e assoggettare più persone possibile al loro volere, creandosi un piccolo esercito di adepti personale.
Esercito che intendevano sacrificare al Nemeton in nome del loro culto.
Fortunatamente dopo un’estenuante ricerca, Stiles e Lydia avevano trovato un incantesimo che faceva al caso loro per contrastare la malia soggiogante.
Un singulto umido attirò l'attenzione di Derek riportandolo alla lucidità.
Qualcosa di caldo e viscido gli stava colando tra le mani, impiastricciandogli le maniche dell’henley viola scuro che stava indossando.
Sangue, riconobbe grazie al suo fine olfatto.
L’inconfondibile odore ramato era arricciato a un profumo familiare.
Era il sangue di Stiles.
Derek riuscì finalmente a mettere a fuoco il corpo dinanzi a lui.
Stiles lo stava fissando con occhi stanchi, il viso quasi cinereo e liquido vermiglio che colava da quelle labbra che nei suoi sogni proibiti il lupo mannaro aveva mille volte anelato di baciare.
Il ragazzo gli stava stringendo i polsi con dita tremanti, annaspando in cerca d’aria, mentre le mani di Derek gli serravano ancora la gola in una morsa infrangibile.
Derek allontanò le mani di scatto quasi come se si fosse appena scottato.
L’adolescente si afflasciò a terra mentre una serie di mani cercò di allungarsi verso di lui per arrestarne la caduta.
Derek si lasciò prendere dal panico e corse, lontano dall’ennesimo errore della sua vita.
Lontano dall’ultimo punto di non ritorno.