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COWT-11 PRIMA SETTIMANA - M2
PROMPT: Threesome
NUMERO PAROLE: 1800
RATING: Arancione
WARNING: /
NOTE: /
“Keith.”
Il ragazzo grugnisce nel sonno e si rigira dall’altro lato, nascondendo il viso nel morbido cuscino, ignorando la fastidiosa voce che lo sta insistentemente chiamando da qualche minuto.
“Keeeeeeeeeith, devi svegliarti.” Lo richiama nuovamente Lance, punzecchiandolo con il manico dello spolverino.
“Fottiti Lance.” Ringhia al ragazzo, scacciando con una mano l’oggetto molesto.
“Magari più tardi. Al momento sono abbastanza occupato a rendere presentabile questa casa.” Commenta sarcasticamente lui, voltandosi a guardare la sveglia sul comodino. L’orologio stava per segnare mezzogiorno. “Shiro! Per l’amor del cielo vieni qui a darmi una mano.” Implora con uno strillo, allontanandosi dal letto per finire di spolverare i mobili della loro stanza.
Shiro entra nella stanza un minuto dopo, avvicinandosi al grande letto king-size con una tazza di caffè fumante in mano. “Keith, tesoro. Gli ospiti saranno qui tra meno di un’ora.”
“Ancora cinque minuti.” Protesta l’altro, socchiudendo un occhio assonnato.
“Hai detto così VENTI MINUTI FA.” Lamenta Lance frustrato, lanciando le braccia al cielo. “Da quando sei diventato un tale pigro?”
“Da quando dormo quattro ore al giorno in missione, se tutto va bene. Scusa se quando torno a casa voglio dormire.” Ribatte infastidito Keith, convincendosi a sedersi per accettare la tazza dalle mani di Shiro.
Lui sì che sapeva come parlare al cuore di un assonnato, a differenza di qualcun altro.
“So che sei stanco perché lavori molto, ma i nostri amici stanno arrivando.” Ricorda pazientemente Takashi. “Vorrei ricordarti che è stata tua l’idea di fare una rimpatriata.” Aggiunge.
Nonostante l’universo ormai avesse raggiunto la pace, c’era molto lavoro ancora da fare.
Keith era quasi sempre in giro per l’universo, lavorando come tramite tra le Lame di Marmora e le forze della Guarnigione Galattica Garrison. Oberato di lavoro, tornava a casa da Lance e Shiro raramente e per periodi molto brevi, vedendo il resto dell’ex team di Voltron ancor meno. Così aveva proposto di organizzare una rimpatriata con tutti alla prossima occasione utile.
Quando aveva informato i suoi due compagni che sarebbe tornato entro pochi giorni e che sarebbe potuto rimanere per un’intera settimana, Lance aveva subito gioito, dichiarando che avrebbe provveduto ad avvertire tutti gli altri ed organizzare una piccola festicciola il giorno seguente al suo arrivo. Keith non aveva opposto obiezioni lì per lì, ben felice di rivedere tutti i suoi amici.
Quello che non aveva calcolato però, era la stanchezza accumulata dal viaggio.
“Prendo delle decisioni di merda.” Geme, strofinandosi gli occhi.
“È quello che ho sempre sostenuto.” Borbotta il paladino blu alle sue spalle.
Un cuscino viene lanciato nella sua direzione ma lui lo schiva agilmente.
“Ora smettetela voi due.” Si affretta ad ordinare Shiro, sedando la potenziale battaglia di cuscini sul nascere. “Lance, posa quello spolverino e vai a cambiarti. Stiamo ospitando un pranzo, non un’ispezione sanitaria.” Il suo compagno sembra voler protestare ma Shiro lo zittisce con uno sguardo severo. “E tu.” Continua, voltandosi per puntare un dito verso il secondo amante. “Esci dal letto. Ti do quindici minuti per fare una doccia e indossare dei vestiti puliti, poi ti voglio in cucina ad aiutarmi a cucinare.”
“Agli ordini, capitano.” Rispondono all’unisono i due ragazzi, procedendo ubbidientemente a fare quello che gli è stato detto.
Pidge e Matt sono i primi ad arrivare, seguiti qualche minuto dopo da Hunk e un vassoio di deliziosi soffici brownies.
Allura, Lotor e Coran bussano alla loro porta quando Lance sta per infornare le lasagne. Shiro apre loro la porta, salutando Allura e Coran con un abbraccio, riservando una calorosa stretta di mano all’imperatore galra.
“È bello rivedersi dopo tanto tempo in un contesto informale.” Dichiara solare la principessa alteana, consegnando in dono una bottiglia di liquore - chiaramente alieno dato il suo colore fluorescente - al padrone di casa.
Il pranzo è un’ottima occasione per rimettersi in pari, raccontandosi le novità delle loro vite. Sono spesso in contatto gli uni con gli altri, ma non è raro che non si sentano per lunghi periodi di tempo a causa dei loro diversi impegni e stili di vita.
Allura li aggiorna entusiasta sui preparativi del matrimonio, mentre Lotor pende dalle labbra della sua futura sposa, fissandola con occhi innamorati.
Lance è eccitato di aiutarla quando la ragazza gli chiede un consiglio sulle decorazioni floreali.
La sua cotta per Allura è vecchia storia, ora vuole bene alla principessa come se fosse una sorella ed è genuinamente felice per lei nel vederla così elettrizzata dall’organizzazione dell’evento.
Pidge prova a spiegare il funzionamento della sua ultima strabiliante invenzione, ma non tutti sembrano seguirla tra formule matematiche e meccanica. È sempre stata la più intelligente del gruppo, dopotutto.
Coran si lamenta dei suoi incontri diplomatici, in particolar modo quelli avuti con una tribù di tartarughe umanoidi, abitanti del pianeta Dwyr. Lance scherza chiedendo se qualcuno tra gli abitanti si chiamava Michelangelo, Donatello, Raffaello o Leonardo, ma l’alteano non coglie la citazione, al contrario di Keith che gli riserva un privato sorriso divertito.
Hunk racconta del suo lavoro come cuoco ed esterna il desiderio di voler aprire presto il proprio ristorante. Tutti gli amici glielo augurano e fanno il tifo per lui, promettendo di essere i suoi primi clienti.
Matt li informa che lui e N-7, l’androide con la quale intrattiene una relazione da alcuni anni, stanno pensando di avere un figlio.
Le chiacchiere procedono al ritmo dei piatti che vengono svuotati e ben presto l’argomento del discorso vira verso toni più frivoli e banali.
“Ok, facciamo un gioco.” Propone Hunk quando serve il dolce. “Se doveste associarvi ad un cibo o una pietanza, quale sarebbe? Potete rispondere come singoli, coppie o gruppo.”
Coran è il primo a rispondere. “Facile, sarei un buon piatto di biabras.”
“Che cos’è?” Chiede Keith, aggrottando le sopracciglia alla parola mai sentita prima.
“È un piatto tradizionale alteano a base di rape.” Spiega Allura, dando un morso al suo pezzo di brownie. “Mhm, io credo sceglierei un dolce.” Soppesa la principessa. “Come si chiama quella torta rossa che abbiamo provato in quel ristorante terrestre la settimana scorsa?” Domanda verso il compagno galra.
“Il cameriere l’ha chiamata red velvet.” Ricorda Lotor, afferrando un secondo pezzo di brownie dal vassoio. Il galra andava matto per la cioccolata. “Io scelgo la parmigiana.” Rivendica, pulendosi la bocca con un tovagliolo.
Lance ridacchia apertamente immaginando l’alieno sotto forma di melanzana.
“Io voglio essere un frappè!” Esclama Matt deciso.
“Non è considerato come una bevanda?” Fa notare Shiro mentre riempie il suo bicchiere e quello di un supplichevole Lance.
“Lo conteremo per valido per questa volta.” Sentenzia tranquillamente Hunk. “Io credo sceglierei un qualche tipo di timballo. Forse di patate o simili. Tu invece, Pidge?”
La ragazza si sistema gli occhiali sul naso. “Crostata di zucca.”
“Tutto questo parlare di cibo mi sta facendo venire di nuovo fame.” Sospira teatralmente Lance, accarezzandosi lo stomaco gonfio di cibo.
“Chi è il prossimo?” Alla domanda di Allura, Lance alza la mano.
“Io, Keith e Shiro siamo una carbonara.” Stabilisce, guadagnandosi uno sguardo confuso dai partner.
“Perché proprio la carbonara?” Domanda Hunk, incuriosito dalla sicurezza della risposta dell’amico.
“Innanzitutto, la carbonara è composta da tre ingredienti essenziali, se tralasciamo il pecorino. Nessuno di noi vuole che spieghi l’accostamento di me stesso o dei miei due fidanzati con i latticini, per ovvi motivi, giusto?” Il ragazzo muove le sopracciglia in una smorfia allusiva.
La tavolata concorda tacitamente, anche se Hunk sembra ancora confuso sul motivo per cui non dovrebbero associarsi ai latticini. Lui adorava il latte e i formaggi.
Lotor gli sussurra sottovoce che più tardi glielo spiegherà.
“Tornando alla carbonara, gli ingredienti restanti sono: guanciale, pepe e uova.” Spiega meticolosamente Lance, alzando tre dita. “Shiro è il guanciale, perché è un bel pezzo di carne saporita.” Fa l’occhiolino verso il paladino nero, che arrossisce visivamente per il suo imbarazzante complimento. “Keith d’altra parte è ovviamente il pepe. Perchè ti fa venire mal di stomaco se ne mangi troppo.” Il paladino rosso gli lancia un’occhiataccia omicida, stringendo la forchetta come se stesse pensando di usarla per pugnalarlo. “Ma il pepe è anche il re di tutte le spezie. Nonché la mia spezia preferita.” Si affretta ad aggiungere allora il paladino blu. Il commento sembra compiacere sufficientemente Keith. “Poi ci sono io che sono le uova.” Sentenzia infine il ragazzo, esibendosi in una pausa d’effetto.
“Ho paura a chiedere perché proprio le uova.” Ammette Pidge, sapendo benissimo che l’amico non avrebbe esitato a dare una spiegazione. Si stava solo momentaneamente crogiolando nel suo momento scenico.
“Ma mi sembra ovvio.” Dichiara solennemente l’altro, incrociando le braccia al petto. “Perchè mi piace essere sbattuto.” Le fa l’occhiolino, sorridendo maliziosamente.
Il commento provoca una serie comica di reazioni a catena.
Shiro si strozza con il contenuto del suo bicchiere mentre Keith sembra avere un aneurisma e lascia cadere il suo brownie che rotola goffamente sul tavolo. Lotor gli lancia uno sguardo malizioso, ghignando divertito. Il resto dei commensali alza gli occhi al cielo o accenna un sorriso rassegnato, fin troppo abituato alle battute del giovane.
Lance ghigna soddisfatto delle reazioni di tutti, tornando a mangiare.
Più tardi quella sera, quando gli ospiti sono andati via e la lavastoviglie è in funzione, Shiro e Keith lo bloccano sul letto, vendicandosi della sua imbarazzante uscita.
“Ora ripetici ancora quanto ti piace essere sbattuto.” Lo incita Keith, prima di abbassarsi a succhiare la testa del cazzo gocciolante, mentre Shiro schiocca i fianchi contro il sedere del ragazzo, facendolo gemere sommessamente ad ogni spinta.
Keith e Shiro lo rivoltano come un calzino - Lance non si lamenta nemmeno per un momento del trattamento un po’ rude - scopandolo a turno finché tutti e tre non collassano sul letto completamente esausti.
Il braccio robotico di Shiro circonda entrambi i ragazzi in un abbraccio protettivo mentre questi riprendono fiato dall’orgasmo appena avuto.
“Ragazzi, se avessi saputo che sarebbe bastata una battuta per ricevere questo trattamento mi sarei imposto di farle più spesso.” Canticchia il paladino blu nella nebbia postorgasmica.
I suoi due compagni alzano gli occhi al cielo, sorridendo però quando gli si rannicchiano intorno per mettersi a dormire.
Sta sognando di mucche spaziali che producono frappè alla fragola quando una vocina fastidiosa si insinua nel suo orecchio.
“Lance.”
Il ragazzo borbotta una risposta incomprensibile.
“Lance, svegliati.”
“Cinque minuti mamma.” Implora.
Keith lo pungola nelle costole con il manico dello spolverino che ieri Lance aveva avuto la cattiva idea di dimenticare in camera.
“Ti odio.”
“Anche io.” Ribatte il paladino rosso, con un ghigno di puro divertimento stampato in viso. “Ora alzati. La colazione è quasi pronta.”
“Potresti almeno portarmi una tazza di caffè per motivarmi.” Sbuffa, usando tutte le sue forze per alzare la testa.
Keith scrolla le spalle. “Mi spiace, non sono Shiro.”
Lance sospira, ricadendo pesantemente sul cuscino, rassegnato ad essere ripagato con la stessa moneta per le sue malefatte.