Il peso di un nome
Apr. 5th, 2022 05:46 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
COWT-12 SETTIMA SETTIMANA - M4
PROMPT: Harry Potter
NUMERO PAROLE: 1379
VALUTAZIONE: Gialla
AVVERTIMENTI: /
NOTA: Raccolta
Argent era un cognome conosciuto da tutta la comunità magica.
Non per lodevoli motivi, tutto il contrario.
Gli Argent erano conosciuti per essere un’antica famiglia di cacciatori di streghe.
Babbani che da generazioni perseguitavano il sangue magico e avevano collezzionato innumerevoli vittime.
Addestravano i figli a riconoscere i segni di stregoneria fin dalla tenera età.
Nessun Argent si era mai chiesto se fosse giusto o sbagliato uccidire un mago o una strega o qualsiasi altra creatura magica che avessero scovato.
Almeno finché tra i loro discendenti non nacque una strega.
Allison Argent era una bambina timida dai lunghi capelli color cioccolato e il sorriso dolce.
Amava tirare con l’arco, fare ginnastica e andare allo zoo con sua zia Kate.
Era l’orgoglio di suo nonno.
Il vecchio l’adorava e non smetteva di ripeterle durante le sue visite quanto non vedesse l’ora di addestrarla personalmente, non appena fosse stata abbastanza grande.
Allison conduceva una vita perfettamente felice.
Finché non ricevette una strana lettera da una scuola di nome Hogwarts che spaccò in due la sua famiglia.
Dopo l’arrivo di quella missiva che la informava di essere una strega e dell’ammissione alla scuola di Magia e Stregoneria, non passò giorno in cui i suoi genitori non litigassero.
Allison iniziò a preoccuparsi seriamente di cosa comportasse la definizione strega quando fece scoppiare una lampadina con la sola forza del pensiero.
O almeno credeva di essere stata lei.
Ricordava solo di essere sta molto stressata e di essersi sentita pronta ad esplodere.
Poi c’era stato uno scoppio e il rumore di vetri rotti che colpiva il pavimento.
“Non è naturale, Chris.” Sentì dire quella sera a sua madre.
I suoi genitori non si preoccupavano più di tenere la voce bassa per non farsi sentire.
Allison si strinse nella coperta di pile, usandola come armatura contro il mondo.
“È nostra figlia, Victoria.” Rimproverò aspramente il marito. “Come puoi dire una cosa del genere?”
“È una strega, Christopher.” Ribattè acidamente la donna.
“Questo non cambia nulla.” Rispose freddamente l’altro.
“Questo cambia tutto!” Urlò Victoria. “Sai che dovremmo ucciderla.”
Gli occhi di Allison si riempirono di lacrime.
“Noi non uccideremo nostra figlia.” Sentì suo padre ringhiare minacciosamente. “Mi meraviglio che tu abbia potuto anche solo prenderlo in considerazione.”
“Pensi che sarei felice di farlo?” Accusò la moglie. “Tuo padre le piazzerà una pallottola in fronte non appena avrà qualche sospetto. Non oso nemmeno immaginare cosa potrebbe partorire la mente di tua sorella. Preferisco darle una morte rapida e indolore.”
“Victoria.”
Allison strinse al petto il suo orsacchiotto preferito, trattenendo il respiro.
“Se solo proverai a torcere un capello a mia figlia, ti ucciderò io stesso.” Promise il signor Argent, chiudendo la discussione.
La mattina seguente Allison venne svegliata da suo padre alle prime luci dell’alba.
L’uomo la aiutò a preparare le sue cose e nel giro di qualche ora erano in viaggio, lasciandosi alle spalle il passato.
Tre giorni più tardi, facevano colazione in una tavola calda, controllando insieme la lista dei materiali scolastici per Hogwarts.
Allison fremeva di anticipazione.
Avrebbe imparato a fare magie!
L’eccitazione la distraeva dal pensare a quanto le mancasse sua madre e il resto della sua famiglia, nonostante fosse ben consapevole di ciò che pensavano su di lei e di cosa avrebbero fatto se suo padre non l’avesse portata via.
“Qui dice che posso avere un animale domestico.” Indicò la ragazzina, puntando il dito sulla pergamena. “Posso avere un gatto?”
Chris sorrise gentile, sorseggiando il proprio caffè.
“Pensi di potertene prendere cura, Allie?”
“Certo!” Assicurò Allison.
“Come hai fatto con Tippete?”
Tippete era il nome del criceto di Allison, morto l’estate precedente mentre la ragazzina era in vacanza al campo estivo.
“Sai che non è stata colpa mia. Zia Kate doveva dargli da mangiare mentre non c’ero.” Ricordò rattristandosi la ragazzina.
Il signor Argent si sciolse di fronte al suo adorabile broncio.
“Va bene. Prenderò in considerazione l’idea.” Concesse il genitore.
Allison sorrise raggiante come il sole.
“Grazie papà!”
Procurarsi tutto l’occorrente per l’anno scolastico fu stressante per i due Argent.
Ovunque andassero le persone sembravano sapere chi fossero e li guardavano di traverso, trasudando diffidenza e sospetto.
Dovevano ringraziare solamente la presenza di Rubeus Hagrid se non trovavano le porte chiuse al loro passaggio.
Il mago mezzogigante era stato incaricato da ALbus Silentein persona di aiutarli.
L’unica persona che trattò gentilmente gli Argent fu Olivander, il fabbricante di bacchette.
Allison uscì dal suo negozio con una bacchetta d’olmo e crine d’unicorno.
Hagrid stava aspettando lei e suo padre appena fuori la porta, reggendo in mano un qualcosa coperto da un telo.
“Cosa stai nascondendo?” Domandò la ragazzina incuriosita.
L’omone scoprì la gabbia, mostrando la palla di pelo nera al suo interno che iniziò immediatamente a miagolare.
“Sorpresa.”
Allison allungò le dita nelle fessure metalliche per accarezzare la testolina del gatto.
“È per me?” Chiese incredula.
Il micio le leccò le dita con la sua linguetta rugosa, facendole il solletico e scatenando le sue risa.
“Avevo detto che avrei preso in considerazione l’idea di farti avere un animale.” Spiegò suo padre. “Hagrid mi ha aiutato a trovarne uno adatto.”
Hagrid gonfiò il petto con orgoglio.
“Perchè un gatto? Sembri il tipo che sceglierebbe un gufo.” Domandò la giovane strega ad Hagrid.
Non sembrava minimamente dispiaciuta della sua scelta mentre coccolava l’animale.
“Mi sembravi più un tipetto da gatto.” Spiegò gioviale l’uomo, facendo loro strada verso la loro prossima meta.
“In realtà, preferisco i cani.” Confessò Allison. “Ma questo gatto è adorabile.”
“Se ti piacciono i cani, amerai Thor.”
“Chi è thor?”
“Il mio cane. Un alano tedesco che pesa probabilmente il triplo di te.” Rise il guardiacaccia di Hogwarts.
“Cane che presumo sia ben addestrato.” Alluse Chris.
“Amico, Thor è così pigro che l’unico male che potrebbe fare è soffocare qualcuno addormentandocisi sopra.”
Il 1 Settembre arrivò troppo in fretta.
Allison non vedeva l’ora di essere a Hogwarts, contando ogni mattina sul calendario quanti giorni mancavano alla partenza.
Chris non era ancora pronto a separarsi dalla sua adorata bambina, ma non aveva altra scelta.
La accompagnò a King’s Cross di buon ora, affrontando insieme la ricerca del binario 9 e ¾ finché una strega, seguita da una bambina poco più giovane di Allison, ebbe pietà di loro e gli indicò il modo giusto per arrivare al treno.
“Mi chiamo Talia Hale.” Si presentò la donna, stringendo la mano di Chris. “E lei è Cora. Una dei miei ragazzi.”
“Chris… Argent.” L’uomo pronunciò il proprio cognome con mortificazione. “Questa è mia figlia Allison. È al primo anno.”
“Oh.” Esclamò sorpresa la strega, squadrando l’insolito duo. “Non sapevo che tra gli Argent ci fossero maghi.”
“Solo Allison.” Chiarì Chris, stringendo protettivo la spalla della figlia.
Talia sorrise rassicurante, rivolgendosi direttamente alla ragazzina.
“Hogwarts ti piacerà, vedrai. È la scuola migliore per i giovani maghi e streghe del domani. Albus Silente è un preside e uomo eccezionale. Nonché il mago ad aver sconfitto Colui che non deve essere nominato.”
Allison la fissò confusa, non capendo la maggior parte di ciò che le stava dicendo.
“Se dovessi trovarti in difficoltà, sono sicura che mia figlia Laura e mio figlio Derek saranno ben disposti ad aiutarti.” Offrì gentilmente in aggiunta la strega prima di salutarli.
L’incontro fu un sollievo per Chris.
Forse Allison non sarebbe stata vittima costante dei pregiudizi.
Il treno fischiò, annunciando l’imminente partenza.
“Mi scriverai?” Chiese Chris, stringendo la figlia tra le braccia.
“Certo che lo farò.” Garantì Allison.
Lo sguardo della giovane si rabbuiò.
“Cosa c’è?” Interrogò il padre, notando immediatamente il suo improvviso cambio d’umore.
“Credi che potrei scrivere una lettera alla mamma?” Domandò esitante la figlia. “Magari potrebbe convincerla a cambiare idea…”
“Non credo sia una buona idea, Allie. È pericoloso.” Ricordò ragionevolmente il genitore.
La ragazzina annuì delusa, abbracciandolo un’ultima volta prima di salire sul treno.
Allison Argent discendeva da una famiglia di cacciatori di streghe ed era a sua volta una strega.
In futuro avrebbe avuto un ruolo decisivo nella battaglia contro le forze oscure e il suo cognome, così come il suo retaggio, non sarebbero più stati un’onta.
Ma quel giorno era ancora lontano.
Chris guardò la locomotiva con sua figlia a bordo allontanarsi verso l’orizzonte, augurandole buonafortuna.