Angel Shot

Mar. 1st, 2023 11:51 pm
multie: (Default)
[personal profile] multie
COWT-12 PRIMA SETTIMANA - M1
PROMPT: 
“un personaggio si prende cura di un altro personaggio infortunato, malato, e/o bisognoso di conforto”
FANDOM: TEEN WOLF
NUMERO PAROLE: 3537
VALUTAZIONE: ROSSA
AVVERTIMENTI: /
NOTA: /

La vita universitaria fa schifo.

È quello che pensa Stiles accasciandosi sul letto sfatto con un sospiro esausto. Le molle del materasso economico cigolano sotto di lui mentre si stiracchia con un sonoro schiocco di ossa.

Il ragazzo rabbrividisce, maledicendo il dannato riscaldamento del campus. Chissà a cosa serviva pagare rette così alte se poi la manutenzione era ridotta all'osso e gli impianti si rompevano ogni tre per due. 

Brontolando tra sè, Stiles allunga una mano per tirare il piumone di batman fin sopra la testa, avvolgendosi in un bozzolo di coperte nel tentativo di scaldarsi. 

L’ultima settimana era stata la più tragica di quel lungo e sfibrante semestre.

Gestire tre saggi contemporaneamente con il suo ADHD e il lavoro part-time era stato traumatico.

Probabilmente era sopravvissuto soltanto grazie all’assurda quantità di caffeina che aveva ingerito e al cibo che ogni tanto premurosamente Scott lo aveva indotto a mangiare.

Il suo ciclo sonno-veglia era stato completamente fottuto e di conseguenza anche il suo umore.

Giovedì scorso per poco non aveva strozzato un cliente nella caffetteria in cui lavorava. In sua difesa, il tizio si era espresso con un commento poco gradito sugli omega, rivolto alla ragazza di turno al bancone con Stiles. 

Venti anni di sanguinose lotte per la parità di diritti di genere, con leggi faticosamente vinte in tutela di questi, infinite campagne di informazione ed educazione sugli istinti genetici, su come controllarli e non lasciarsi andare ad essi come animali, sulla sensibilizzazione all’uso dei soppressori e sui loro vantaggi, ma ancora esistevano persone che credevano che essere nati alpha li rendesse automaticamente superiori o migliori agli altri.  

La società ne aveva ancora di strada da fare. 

In qualche modo però Stiles era sopravvissuto a quel periodo infernale, riuscendo ad evitare di parlare per sbaglio nei suoi compiti di circoncisione maschile. 

Una volta era abbastanza. 

Ora poteva solo sperare in voti sufficientemente alti per superare i propri corsi. 

“Che scena pietosa.” 

Stiles si rannicchia maggiormente nelle coperte.

“Vai a farti fottere, Theo.”

“Forse un’altra volta.” Risponde il suo compagno di stanza, strappandogli con decisione il piumone di dosso. “Cambiati. Stiamo uscendo.”

“Cosa?!” Stiles geme pietosamente. “Perché?” 

"Perché ce lo meritiamo dopo il culo che ci siamo fatti queste settimane.” Dichiara l’altro ragazzo, avvicinandosi all’armadio per scegliere quali vestiti indossare per l'occasione.

Stiles e Theo sono compagni di stanza dall’inizio dell'anno, una delle sole tre coppie alpha-omega nelle stanze del dormitorio. 

Nella maggior parte degli stati, nei campus era ancora vietato o altamente sconsigliato assegnare un alpha e un omega nella stessa stanza, anche se esistevano delle piccole eccezioni dovevenivano adottate norme più morbide.

I casi accettati erano pochi e seguenti:

  • Un alpha e un omega potevano condividere una stanza se imparentati.

  • Un alpha e un omega potevano condividere una stanza se già legati ufficialmente.

  • Un alpha e un omega potevano condividere una stanza se già entrambi legati ufficialmente ad altri partner. 

  • Alpha e omega potevano iscriversi alla lista delle camere miste presentando una 'dichiarazione d'idoneità' firmata da un medico - la quale avrebbe dovuto attestare la loro assunzione regolare di soppressori e stabilità psico-ormonale - e firmando un esonero di responsabilità in favore dell'istituto scolastico in caso di eventuali incidenti avvenuti all'interno dei dormitori.

Questo era quello che avevano fatto Stiles e Scott al primo anno, riuscendo fortuitamente a capitare nella stessa stanza grazie al basso numero di iscritti alla lista.

Purtroppo per loro, la dea bendata li aveva abbandonati dopo il ritorno dalle vacanze estive. 

Il dirigente scolastico era stato irremovibile nella decisione di separarli.

I due ragazzi non credevano di aver creato così tanti guai da motivare quell’ingiusta decisione.

Allagare accidentalmente uno dei piani dell’edificio, dare quasi fuoco alla loro stanza o vomitare sulle scarpe nuove del supervisore del dormitorio, sembravano bazzecole rispetto a tutto quello che avevano combinato in precedenza a Beacon Hills. 

Erano andati in cerca di un cadavere nel bosco una notte, per l’amor del cielo! 

Contrariati dalla situazione, i due amici avevano quindi giurato di impegnarsi per mettere da parte dei soldi e condividere un appartamento almeno l’ultimo anno scolastico.

New York era costosa, ma se fossero riusciti a convincere anche Allison e Lydia a seguire il piano, forse non sarebbe stato un sogno tanto irraggiungibile. 

Per ora dovevano accontentarsi di ciò che avevano.

Scott non aveva fatto molta fatica ad adattarsi al cambiamento. 

Il ragazzo sarebbe stato in grado di far amicizia anche con un sasso, al contrario di Stiles che difficilmente riusciva a guadagnarsi la simpatia delle persone.

Dopotutto chi avrebbe mai voluto vicino qualcuno che in carenza di sonno ed eccesso di adderall poteva parlare per ore dell’accoppiamento delle aragoste.

Theo si era dimostrato una di queste rare persone, nonchè uno dei pochi alpha che Stiles riuscisse a tollerare.  

Non aveva minacciato Stiles di chiudergli la bocca a forza nemmeno una volta, non lo aveva evitato di proposito ma anzi, aveva cercato di coinvolgerlo attivamente in uscite con la sua variegata cerchia sociale.

Uscite che Stiles per lo più evitava quando Scott non era con lui, poiché molti degli amici di Theo si erano rivelati alpha o beta con ideologie piuttosto radicali e Stiles non era conosciuto per essere il bravo omega sottomesso che teneva a freno la lingua quando considerava qualcuno un completo idiota.

Theo non aveva mai fatto un problema dei suoi rifiuti e continuava imperterrito tuttora ad invitarlo alla prima occasione.

Theo sembrava… interessato a Stiles.

Un concetto inaudito per il ragazzo che per tutta la carriera scolastica liceale era stato classificato come quello 'strambo', tutt'altro che attraente con il suo fisico allampanato e la leggiadria di un elefante in un negozio di porcellane. Essere il figlio dello sceriffo era stato l'ennesimo punto a suo sfavore. Chiunque avesse voluto divertirsi e avuto il buon senso di tenersi fuori dai guai lo aveva evitato come la peste. 

Attirare l’interesse di qualcuno - senza il minimo sforzo per giunta - era un’esperienza nuova per lui. 

E anche Stiles non poteva nascondere una discreta attrazione per l’altro ragazzo.

Sicuramente non dopo averlo visto quasi completamente nudo.

“Mi stai fissando il culo.” 

Stiles si riscuote, arrossendo d'imbarazzo nel rendersi conto di dove avesse vagato il suo sguardo.

“Ero perso nei miei pensieri.” Mente, mordendosi nervosamente il labbro.

“Pensieri che riguardavano il mio sedere?” 

Oh, non ne hai idea. 

“Mi dispiace ferire il tuo ego, ma no.” 

L’alpha si volta con un sorrisetto sfrontato, chiaramente non bevendosi la sua debole bugia. 

“Hai intenzione di vestirti nel prossimo futuro?” 

“Per fare cosa? Sono stanco morto, non ho voglia di uscire.” L’omega strofina la faccia assonnata nel cuscino. “Chiedi a Scott di venire con te.”

“Scott è con Allison.” Risponde Theo indossando una maglietta blu scuro talmente aderente da non lasciare nulla all’immaginazione.

Stiles apprezza silenziosamente quella scelta. 

“Greenberg?” 

Theo storce il naso al suggerimento. 

“Non è esattamente la persona che vorrei portare con me al Nightfall stasera.” 

Stiles lo fissa a bocca aperta, preso in contropiede dalla sua ammissione. 

Il Nightfall era il locale più famoso tra gli studenti del campus. 

Girava voce che chiunque nel suo staff fosse almeno un 10+ su una scala da ‘passabile’ a ‘santa merda sei bollente’ e che la proprietaria del locale, una donna dalla bellezza mozzafiato che guida una camaro nera, una volta avesse preso a pugni un uomo grande tre volte lei per sedare una rissa. 

Forse sta interpretando male l’invito di Theo, ma se invece…

“Mi stai chiedendo di uscire?”

L’alpha sbuffa una risata, lanciandogli in faccia una maglietta pulita.

“Ti do dieci minuti per cambiarti.” Dichiara il ragazzo girando sui tacchi. “Mi trovi di sotto quando hai fatto. Non costringermi a chiedere a Greenberg.” Aggiunge canzonatorio, afferrando la giacca per uscire. 

Stiles si concede appena cinque secondi di titubanza e rimuginamenti prima di scattare in piedi, tirando fuori dall’armadio i jeans più stretti e attillati che possiede.


***


Il Nightfall dista circa mezz'ora in macchina dal campus.

Stiles rimpiange di non avere la sua fidata Roscoe con sé per fare il tragitto, ma la vecchia jeep di sua madre non sarebbe sopravvissuta alla vita della grande metropoli. 

Nemmeno tutto il nastro adesivo del mondo avrebbe potuto salvare il suo povero motore dai rigidi inverni newyorkesi. 

Grazie al cielo il campus è ben collegato con i mezzi pubblici a quasi ogni ora del giorno. 

Alla prima lamentela di Stiles per il freddo pungente di quella serata, Theo gli offre galantemente la propria sciarpa, promettendo di pagare un taxi al ritorno in caso la temperatura dovesse peggiorare. 

L'alpha sta giocando tutte le carte giuste per conquistarlo, Stiles deve dargliene atto. 

Dopo aver cambiato due autobus, preso la metropolitana e aver percorso due isolati a piedi, incontrando solo il pendolare di turno di ritorno a casa, girano in un vicolo chiassoso e raggiungono la loro tanto agognata meta. 

La fila fuori dal locale è mostruosa, allungandosi fino in fondo alla strada, scoraggiando Stiles che è già pronto a mettersi l'anima in pace e fare dietro front per tornare a casa. 

Theo lo trattiene dolcemente per un braccio, tirando fuori dalla tasca un bigliettino da visita nero con una luna piena stampata in rilievo. 

“Noi abbiamo il nostro lasciapassare.” Annuncia, ignorando gli sguardi furiosi delle persone in fila che supera per porgere la tessera all’enorme buttafuori piazzato all’ingresso. 

Il ragazzo dalla pelle color ebano e l’espressione imperturbabile - deve avere più o meno la loro età, considera Stiles - contempla per un lungo istante il pezzo di carta prima di decidere di lasciarli entrare con un semplice cenno del capo.

A Stiles basta un’occhiata in giro all’interno per confermare che le voci sul suo staff non sono esagerate. 

Tutti, dal buttafuori che hanno appena superato, al dj alla console, finendo con i baristi, possono vantare una bellezza da fuoriclasse. 

In particolar modo il tizio dallo sguardo truce e le folte sopracciglia che sta servendo cocktail colorati a uno sciame di ragazze eccitate che stanno facendo a gara per la sua attenzione. 

“Stai sbavando." Lo punzecchia Theo mettendogli un braccio intorno alla vita. "Dovrei essere geloso?”

Stiles alza gli occhi al cielo. 

"Come se potessi avere qualche speranza con un tizio del genere."

"Ti sottovaluti." L’alpha lo avvicina a sé, ondeggiando al ritmo della musica non così assordante del bordo pista. "A me interessi e non mi reputo inferiore a quel tipo laggiù." 

Stiles non può credere alle sue orecchie.

Theo sta flirtando con lui! 

"Evidentemente devi avere dei seri problemi. Dimmi la verità, sei caduto dal seggiolone da piccolo?"

Theo avvicina la bocca al suo orecchio. 

“Fidati di me, ti farò cambiare idea." Promette suadente. 

Un brivido di anticipazione risale la schiena di Stiles.

L’alpha struscia il naso sul collo dell’omega, inspirando il dolce profumo dei feromoni che sta emanando.

“Hai un profumo così buono.” Ringhia dolcemente. 

“I-io…” Stiles deglutisce pesantemente.

Merda, quando è stata l’ultima volta che aveva preso i suoi soppressori? 

Non riesce a ricordarlo. 

Nella frenesia dell’ultimo mese non era stato facile tenere traccia di quando faceva la doccia, figuriamoci di quando assumeva le sue medicine.

Qualsiasi cosa lui e Theo finiranno per fare questa sera - o meglio se finiranno a fare qualcosa stasera - sarà meglio che avvenga in assoluta sicurezza. 

Una gravidanza non programmata è in cima alla lista di ‘casini universitari’ che si è categoricamente ripromesso di evitare.

Theo si preme contro di lui, caldo e avvolgente, una sicurezza solida contro cui sarebbe così facile abbandonarsi se solo Stiles volesse. 

L’omega però esita. 

L’alpha macina intenzionalmente i fianchi contro il suo sedere, sussurrandogli allusive promesse su quanto lo avrebbe fatto stare bene più tardi.

“Vado a prendere qualcosa da bere.” Stiles balbetta, fuggendo dal suo abbraccio.

Arrivato al bancone del bar, vi si accascia contro con un gemito pietoso. 

Odia la sua vita.

Il primo ragazzo che si interessa a lui da sempre e finisce per farsi prendere dal panico.
E se l’improvviso interesse di Theo fosse dovuto a semplici reazioni chimiche?

“Tutto ok amico?” 

Una delle bariste gli si avvicina.

Ha biondi capelli mossi, un sorriso ferino dipinto di un rosso acceso e indossa un top leopardato con un'audace scollatura.

Il farfuglio incomprensibile di risposta di Stiles la fa ridere. 

“Sembri aver bisogno di qualcosa da bere.” La ragazza gli piazza davanti al viso un bicchiere pieno zeppo di liquido azzurro. 

Il ragazzo alza un sopracciglio, fissando scettico la bevanda. 

“Cos’è?”  

“Io lo chiamo ‘the brave’.” 

Contro ogni buon senso nell’accettare drink da sconosciuti, Stiles si lascia vincere dalla curiosità, portando il bicchiere alla bocca. 

La bevanda gli fa formicolare la lingua al primo assaggio.

Ha un forte sapore di anice e qualcos’altro che non riesce ad identificare con quel semplice piccolo sorso.

Con coraggio, Stiles lo ingoia tutto d’un fiato, capendo immediatamente di aver fatto un tremendo errore di calcolo.

La sua gola sta andando a fuoco! 

“Oh, santo inferno!” Impreca tra i colpi di tosse, asciugandosi le lacrime che scendono dagli occhi.

“Erika, smettila di usare i clienti come cavia per i tuoi esperimenti.” Ammonisce ‘Mr. Sopracciglia sexy’, raggiungendo l’altra barista alle spalle e sbattendo un bicchiere d’acqua tra lei e Stiles. 

La ragazza sorride, sbattendo innocentemente le ciglia. 

“Al ragazzo sembra essere piaciuto.” 

Stiles alza un pollice dopo aver bevuto fino all’ultima goccia d’acqua.

“Se tralasciamo il quasi soffocamento, cento per cento approvato.” 

Le labbra di ‘Mr. Sopracciglia sexy’ si curvano verso l’alto per una frazione di secondo prima di tornare nella loro predefinita posizione imbronciata.

“Non dovresti accettare da bere dagli sconosciuti.” Lo rimprovera severamente l’uomo, spostandosi per servire un altro cliente. 

Stiles rotea gli occhi. 

“Chi ha sputato nel suo piatto di fagioli?” 

Erika ride della battuta, togliendo i bicchieri sporchi dal bancone. 

“Derek è fatto così, lascialo perdere.” Dichiara con una scrollata di spalle. “Allora, vuoi qualcos’altro da bere?”

“No grazie. Ci tengo alla mia vita.” Stiles si guarda intorno, cercando Theo tra la folla. 

L’alpha è a una decina di metri di distanza, intento a conversare con qualcuno che Stiles non riesce a riconoscere da questa distanza. 

“Sembra carino.” Commenta Erika seguendo la direzione del suo sguardo.

Stiles sospira amareggiato. 

“Lo è. E io sono solo… questo.” Dice, indicando sconsolatamente tutto se stesso. 

“Qualcuno qui ha un’evidente carenza di autostima.” 

“Facile parlare per te. Sei bellissima.” 

“Grazie. Ma anche tu non sei male.” 

Una risata aspra sfugge dalle labbra di Stiles.

“Credo tu abbia bisogno di un paio di occhiali.” 

Il piccolo pugno di erika lo colpisce sul braccio con inaspettata forza. 

“Ouch! Per che cos’era quello?” 

“Per le cazzate che escono da quelle labbra di cupido.” 

Stiles mette il broncio, ignorando il sottinteso complimento alla sua bocca. 

“Oh, non fare gli occhi da Bambi con me, ragazzo carino.” 

Le guance di Stiles diventano rosse. 

“Il mio nome è Stiles.” 

“Che razza di nome è Stiles?” Bofonchia Derek passando nuovamente dietro Erika per raggiungere una bottiglia di Martini su uno dei ripiano alle sue spalle. 

“È più un soprannome, ragazzone.” Ribatte Stiles facendogli l’occhiolino. “Non saresti in grado di pronunciare il mio vero nome nemmeno volendo.” 

Derek lo inchioda al suo posto con uno sguardo.

Wow. Quelli si che sono occhi spettacolari. 

Stiles può contare almeno tre colori diversi all’interno di essi. 

“Mettimi alla prova.” Il barista lo sfida sprezzante. 

Stiles si schiarisce teatralmente la voce. 

“Mieczysław.”

“Salute.” Ironizza la terza barista, unendosi ai due colleghi. Ha un cipiglio che rivaleggia con quello di Derek e, dai suoi tratti somatici, Stiles suppone che potrebbero essere imparentati. “Avete finito di giocare?”

Erika sposta una ciocca di capelli dalla spalla con un gesto annoiato. 

“Andiamo Cora, che problema c’è. Il locale non è nemmeno pieno.” 

“No, ma veniamo pagati per fare drink.” Ricorda severamente loro. “Non per flirtare con i clienti.” Aggiunge, puntando un dito accusatorio contro Derek. 

L’uomo lo schiaffeggia via.

“Non sto flirtando.” Ringhia. 

Le sopracciglia di Cora fanno questo strano movimento ondeggiatorio, fissandosi in un’espressione di derisorio scetticismo. 

“A chi diamine bisogna chiedere per avere da bere in questo posto?” Richiama infastidito un cliente a qualche metro di distanza, interrompendo la discussione. 

I tre baristi tornano rapidamente al lavoro.

Cora va a servire il tipo seccato, Erika si volta verso una coppietta appena arrivata e Derek…

“Buona serata, Mieczysław.” Saluta Stiles, impressionandolo con una perfetta pronuncia del suo nome.

Senza più nessuno con cui parlare, è giunto per Stiles il momento di tornare da Theo e affrontare le sue insicurezze.

L’omega si fa largo tra la calca di corpi sudati, rifiutando nel tragitto più di un paio di mani insistenti e inviti volgari.

Theo è appoggiato a una parete, giocando distrattamente con un bicchiere mezzo vuoto in mano. 

“Dov’eri finito?” Domanda imbronciato. 

“A prendere qualcosa da bere, ma devo essermi distratto.” Stiles si scusa, massaggiandosi imbarazzato il collo. “Ti va di ballare?” 

“Magari quando avrò finito di bere.” Risponde l’alpha, fingendo disinteresse. 

Stiles si allunga per strappargli di mano il bicchiere e finirne il contenuto. 

“Ora?” 

Theo ghigna compiaciuto, afferrandogli la mano e guidandolo al centro della mischia. 

Stiles non è un gran ballerino, ma Theo sembra accontentarsi di averlo avvinghiato contro di sé, un corpo flessibile e reattivo tra le mani, mentre vengono premuti insieme dalla folla. 

Non passa molto prima che entrambi siano evidentemente duri. 

In effetti, Stiles diventa duro in un tempo imbarazzantemente breve anche per i suoi standard.  

“Cazzo, Stiles. Il tuo odore...” Theo fa le fusa mentre le mani vagano sotto la maglietta di Stiles. “Non vedo l’ora di morderti.” 

Pericolo

Grida l’istinto di Stiles. 

“Non stai correndo un po’ troppo?” 

Faceva così caldo anche prima nel locale? 

“Oh, Stiles. Non preoccuparti. Sarai tu a chiedermi di farlo più tardi.” Ringhia l’alpha contro la sua giugulare, mordendo sperimentalmente la carne tenera. 

Stiles lo spinge via.

“Ho bisogno di aria.” Ansima, cercando di allontanarsi il più rapidamente possibile.

Theo cerca di afferrarlo, ma Stiles riesce a districarsi dalla sua presa e incespicare fino al bancone del bar, dove vede Derek.

“Stai bene?” Domanda preoccupato il barista, notando il volto arrossato del ragazzo e il suo evidente fiato corto. 

La gola di Stiles è secca e le parole faticano ad uscire, ma riesce comunque a gracchiare una risposta.

“No.”

Non sa cosa ci sia di sbagliato in lui. 

Si sente bruciare. 

La sua testa sta diventando pesante, una nebbia torbida si sta avvolgendo intorno alla sua razionalità. 

La sua mente sembra essere concentrata su un unico pensiero: sesso.  

Si sente come se stesse andado in calore.

Ma non può essere. 

Potrebbe anche aver saltato i soppressori una o due volte qua e là, ma non dovrebbe entrare in calore così all’improvviso. 

Non è normale. 

Una mano gli stringe possessivamente la spalla, facendolo trasalire.

“Stiles.” La voce di Theo arriva ovattata alle sue orecchie, ma non gli sfugge l'imperioso tono alpha celato in essa. “Torniamo a ballare.” 

Ora come ora Theo è l’ultima persona con cui Stiles si sentirebbe al sicuro a restare. 

Soprattutto dopo quello ha aveva detto. 

Se come crede sta entrando in calore, Theo ha dimostrato di non essere l’alpha giusto con cui condividere un momento così delicato. 

Stiles non è pronto a ciò che il morso comporta - ha vent’anni per l’amor del cielo - e reclamare qualcuno senza consenso è più grave di uno stupro. 

“Ho sete.” Boccheggia, cercando di guadagnare tempo per trovare una scappatoia. 

Le narici di Derek si allargano e le sue pupille si dilatano in risposta all'odore che le pervade.

Alpha, dunque, fornisce in un barlume di lucidità la mente di Stiles. 

"Tu sei-"

"Hai sentito cosa ha detto?” Theo interrompe Derek, circondando la nuca di Stiles con una mano, in una chiara pretesa di appartenenza che gli fa scappare un piagnucolio sofferente. “Ha sete." 

Derek fulmina l'altro alpha con sguardo disapprovante. 

"Cosa vi porto?" Recita meccanicamente.

Stiles è figlio di uno sceriffo, dovrebbe sapere come uscire da determinate situazioni di pericolo. 

Suo padre gli ha insegnato svariati metodi. 

Ma né il suo corpo né il suo cervello sembrano voler collaborare al momento.

La sua testa sta pulsando dolorosamente e deve costringersi a resistete all'impulso di toccarsi il cazzo dolorante pur di darsi un po' di sollievo dalla morsa del denim dei jeans sul cavallo. 

La sua indole omega lo prega di sottomettersi a Theo - l'alpha potrebbe provvedere ai suoi bisogni, lo ha promesso dopotutto - ma la poca razionalità rimastagli gli urla che quella sarebbe una pessima idea. 

Sa che c'è qualcosa che dovrebbe dire per rispondere alla domanda di Derek, qualcosa di facile da ricordare, un nome in codice che gli garantirebbe il suo aiuto senza gesti eclatanti.

“Voglio… io…” Ansima, aggrappandosi con le unghie al bancone. “Voglio un Angel shot.”

Quando incontra gli occhi di Derek sa che il barista ha capito il messaggio e la sua supplica.

Stiles chiude gli occhi, tirando un appagante sospiro di sollievo quando la mano di Theo gli viene strappata di dosso. 

Il rumore di vetri rotti e la voce di una donna che ordina a Derek di portarlo nel retro sono l'ultima cosa che ricorda prima di perdere i sensi.



This account has disabled anonymous posting.
If you don't have an account you can create one now.
HTML doesn't work in the subject.
More info about formatting

Profile

multie: (Default)
MultiE

March 2023

S M T W T F S
    1234
567891011
12131415161718
19202122232425
262728293031 

Most Popular Tags

Style Credit

Expand Cut Tags

No cut tags
Page generated Jun. 8th, 2025 05:00 am
Powered by Dreamwidth Studios